Dal paradosso del parto umano alla scoperta della neotenia: come la ricerca evolutiva ha svelato il segreto che spiega perché l’educazione lenta funziona meglio
Introduzione
Festival della Filosofia 2025, sera del 15 settembre. L’aula magna è silenziosa mentre Telmo Pievani si avvicina al podio. Il più autorevole evoluzionista italiano sta per rivelare uno dei segreti più scomodi dell’evoluzione umana.
“Ogni giorno nel mondo muoiono 800 donne di parto,” inizia con una pausa che fa gelare il sangue. “Una ogni due minuti.”
La cosa più inquietante? Nel 2025, con tutta la nostra tecnologia medica, questo numero non sta diminuendo. Sta aumentando.
Ma perché Pievani, uno scienziato dell’evoluzione, sta parlando di mortalità materna a un pubblico di filosofi ed educatori?
Perché ha appena intuito qualcosa di rivoluzionario: il parto umano non è solo un evento medico. È la chiave per comprendere come funziona davvero l’apprendimento umano.
Il Paradosso Evolutivo che Cambia il Modo di Vedere l’Educazione
Una Stranezza Unica in Natura
Fermatevi un momento e pensate a questo dato scioccante:
Non esisterebbe in natura un parto così pericoloso, doloroso e “mal progettato” come quello umano.
Gli scimpanzé partoriscono serenamente, circondati dalle compagne del gruppo. Il cucciolo nasce formato, si attacca immediatamente al pelo della madre, inizia a succhiare. Nessun dolore, nessun pericolo.
Noi umani? Il contrario assoluto.
“È un compromesso,” spiega Pievani con quella capacità unica di trasformare concetti complessi in rivelazioni accessibili. “Un compromesso che si è stabilizzato due milioni di anni fa e che ha cambiato per sempre il destino della nostra specie.”
Ma di che compromesso sta parlando? E cosa c’entra con l’educazione che pratichiamo oggi nelle nostre scuole?
La Guerra Evolutiva che Ha Creato i Nostri Superpoteri
Quando Due Forze Evolutive Si Scontrano
Immaginate l’evoluzione come un campo di battaglia dove due forze titaniche si fronteggiano:
FORZA 1: IL BIPEDISMO
- Ci permette di camminare eretti su due gambe
- Libera le mani per manipolare strumenti
- Ma restringe il bacino – il canale del parto non può allargarsi troppo
FORZA 2: L’ESPANSIONE CEREBRALE
- Il nostro cervello triplica di volume in un milione di anni
- Da 400 a 1.400 centimetri cubici
- Ma una testa più grande ha bisogno di un canale del parto più ampio
IL CONFLITTO IMPOSSIBILE: Come fai a partorire una testa sempre più grande attraverso un canale sempre più stretto?
LA SOLUZIONE EVOLUTIVA: “Sostanzialmente accorciare la gravidanza,” rivela Pievani. “Naturalmente la gravidanza umana dovrebbe durare 16 mesi. Invece sono solo nove.”
Il risultato? Mettiamo al mondo cuccioli prematurissimi.
La Prematurità che Ci Ha Resi Padroni del Pianeta
Il Segreto Nascosto Dietro lo “Svantaggio” Umano
Ecco la cosa pazzesca che Pievani ha capito:
Quello che sembra uno svantaggio evolutivo – nascere prematurissimi e vulnerabili – si è rivelato il nostro superpotere.
I cuccioli umani nascono con un cervello sviluppato solo per un terzo.
I restanti due terzi si sviluppano DOPO la nascita.
“È un cervello che è praticamente una spugna,” descrive Pievani con meraviglia scientifica. “Assorbe tutte le esperienze che fa dopo che è nato. Gli incontri che ha, quello che gli viene raccontato, quello che impara, quello che imita.”
QUESTO CAMBIA TUTTO nella nostra comprensione dell’educazione.
Perché significa che gli esseri umani sono letteralmente progettati evolutivamente per imparare attraverso esperienze prolungate, sociali, narrative.
La Neotenia: Quando Rimanere Bambini Diventa un Vantaggio
Il Termine Tecnico che Spiega i Miracoli Quotidiani dell’Aula
Pievani introduce un concetto che dovrebbe essere noto a ogni educatore: la NEOTENIA.
“Neotenia significa nascere a uno stadio molto precoce, svilupparsi molto lentamente, e mantenere alcuni caratteri giovanili per tutta la vita.”
Tradotto per gli educatori del Canton Ticino:
- Sviluppo lento: I bambini hanno BISOGNO di tempo per sviluppare competenze complesse
- Caratteri giovanili mantenuti: Curiosità, gioco, sperimentazione non sono “immaturità” da correggere
- Plasticità estesa: Il cervello rimane modificabile molto più a lungo di altre specie
“Noi siamo neotenici,” conclude Pievani. “E tra tutte le specie umane che hanno abitato il pianeta, noi sapiens siamo quelli più neotenici di tutti.”
Il significato per l’educazione è rivoluzionario: quello che chiamiamo “lentezza” nell’apprendimento non è un difetto. È la caratteristica evolutiva che ci ha resi padroni del pianeta.
L’Intuizione Geniale di Primo Levi del 1962
Quando la Letteratura Anticipa la Scienza di 60 Anni
Una delle sorprese più emozionanti del racconto di Pievani è questa:
Primo Levi aveva già capito tutto nel 1962, quando ancora non si parlava di neotenia nell’essere umano.
Nel racconto “Angelica Farfalla,” Levi descrive uno scienziato che studia l’Axolotl – una salamandra che rimane larva tutta la vita ma si riproduce comunque.
“È come se un bruco si accoppiasse con un altro bruco e deponesse le uova prima di diventare farfalla,” scrive Levi. “A cosa serve diventare farfalla? A cosa serve diventare adulti? Si può anche farne a meno.”
E poi arriva l’intuizione geniale:
“Neotenici siamo anche noi… i miei esperimenti si basano sul fatto che siamo ancora allo stato di abbozzi, di brutte copie, e possiamo diventare altri.”
Primo Levi, nel 1962, aveva intuito che gli esseri umani sono ancora in divenire.
“Dovremmo smettere di usare il termine ‘human beings’ (esseri umani),” conclude Pievani citando un collega evoluzionista. “Dovremmo usare ‘human becomings’ (divenienti umani).”
Implicazioni per l’educazione: I nostri studenti non sono “esseri” da riempire di nozioni, ma “divenienti” da accompagnare nel loro processo di sviluppo.
La Cooperazione: L’Altro Pilastro del Successo Educativo
Perché l’Apprendimento Umano È Intrinsecamente Sociale
Pievani rivela un altro segreto evolutivo cruciale:
“Noi dobbiamo la nostra fortuna alla neotenia E alla cooperazione.”
Come è possibile che cuccioli così vulnerabili siano sopravvissuti in un mondo pieno di predatori?
Solo grazie a gruppi sociali fortemente cooperativi.
“Fino all’altro ieri noi eravamo prede, non predatori,” ricorda Pievani scardinando il mito del “cacciatore alfa.” “Il nostro problema non era decidere cosa mangiare. Era non farsi mangiare.”
La sopravvivenza era possibile solo attraverso gruppi che:
- Proteggevano i cuccioli vulnerabili
- Condividevano le responsabilità di cura
- Trasmettevano conoscenze attraverso tutto il gruppo
Conseguenza diretta per l’educazione contemporanea:
L’apprendimento umano è evolutivamente progettato per essere:
- Sociale (non individuale)
- Cooperativo (non competitivo)
- Protetto (ambiente sicuro per sperimentare)
- Multigenerazionale (adulti che supportano lo sviluppo)
Il Linguaggio: L’Invenzione dei Bambini
Come la Nostra Prematurità Ha Creato la Comunicazione Articolata
L’ultima rivelazione di Pievani è la più sorprendente:
Il linguaggio articolato potrebbe essere stato inventato dai bambini.
Come è possibile?
Primo meccanismo – Il Maternese: Quando gli esseri umani persero il contatto fisico diretto (non avevamo più la pelliccia per attaccarci), fu necessario sostituire il contatto fisico con uno acustico.
“Come faccio a sostituire il contatto fisico? Lo sostituisco con un contatto acustico, in modo che il cucciolo sappia qual è la cantilena della mamma e rimanga sempre vicino al gruppo.”
Secondo meccanismo – Il Gioco Linguistico: “Il linguaggio articolato è giocoso, ha molte caratteristiche che coincidono col gioco.”
- È combinatorio (come un gioco di costruzioni)
- È arbitrario (possiamo scegliere le regole)
- Non serve per sopravvivere (è “lusso cognitivo”)
Per l’educazione questo significa:
Il linguaggio e l’apprendimento complesso sono naturalmente:
- Giocosi (non meccanici)
- Creativi (non ripetitivi)
- Sociali (non isolati)
- Sperimentali (errori come parte del processo)
L’Applicazione Pratica: Cosa Significa per l’Educatore Ticinese
Tradurre l’Evoluzione in Didattica
Dopo due ore di rivelazioni evolutive, Pievani arriva al cuore della questione educativa:
“L’adattamento primario del nostro essere Homo sapiens è stata l’educazione.”
Non la caccia, non la guerra, non la dominanza: L’EDUCAZIONE.
La ragione è semplice ma rivoluzionaria: con solo un terzo del cervello sviluppato alla nascita, l’Homo sapiens non può sopravvivere senza trasmissione educativa di competenze tra generazioni. Altri mammiferi nascono con istinti completi. Noi nasciamo “vuoti” e dobbiamo apprendere quasi tutto attraverso relazioni educative prolungate. L’educazione non è un lusso sociale aggiunto alla civiltà – è il meccanismo evolutivo fondamentale che ci ha permesso di esistere come specie.
Per gli educatori del Canton Ticino, questo significa:
1. VALIDAZIONE SCIENTIFICA DELLA DIDATTICA LENTA
- Lo sviluppo esteso non è “perdita di tempo” ma necessità evolutiva
- La “lentezza” dell’apprendimento profondo è biologicamente appropriata
- Resistere alla pressione della “velocizzazione” è educativamente corretto
2. RIVALUTAZIONE DEL GIOCO E DELLA CURIOSITÀ
- Non sono “perdite di tempo” ma meccanismi evolutivi di apprendimento
- La curiosità è il motore che ha permesso la sopravvivenza della specie
- Il gioco è la palestra naturale per le competenze cognitive superiori
3. CENTRALITÀ DELLA COOPERAZIONE
- L’apprendimento individualizzato va contro la programmazione evolutiva
- La classe come “gruppo cooperativo” rispecchia l’ambiente evolutivo ottimale
- Competizione esasperata compromette i meccanismi naturali di apprendimento
4. ACCETTAZIONE DELLA VARIABILITÀ INDIVIDUALE
- Tempi di sviluppo diversi sono naturali, non problematici
- L’omogeneizzazione forzata va contro la diversità evolutiva vantaggiosa
- Ogni studente è un “diveniente” con traiettorie uniche
Il Paradosso Contemporaneo: Quando i Superpoteri Diventano Vulnerabilità
La Minaccia ai Nostri Adattamenti Evolutivi
Pievani conclude con una nota di urgenza che dovrebbe far riflettere ogni educatore:
“Penso che siano esistite pochissime epoche nella storia umana in cui siamo stati così egoisti e insensibili nei confronti delle generazioni che verranno.”
Il problema non è solo ambientale. È evolutivo.
Stiamo compromettendo esattamente quei meccanismi che ci hanno resi umani:
- Attenzione estesa → frammentazione digitale
- Gioco esplorativo → consumo passivo di contenuti digitali
- Socialità cooperativa → isolamento mediato
- Narratività → stimolazioni rapide senza struttura
- Curiosità → gratificazione immediata
“Essere nativi di qualcosa è una potenzialità dirompente,” spiega Pievani. “Se il mio cervello è così plastico e vive in un ambiente diverso da quello della generazione precedente, si possono sprigionare scoperte totalmente inaspettate.”
Ma cosa succede se l’ambiente nuovo compromette invece di potenziare la plasticità?
La Responsabilità Evolutiva dell’Educatore
Dall’Umiltà Scientifica alla Saggezza Pratica
Pievani chiude con una metafora che dovrebbe guidare ogni educatore:
“Io che ogni anno vedo arrivare le matricole al primo anno dell’università devo pensare: nei loro occhi, nelle loro teste ci sono cose che loro scopriranno, inventeranno, che io non posso immaginare.”
È una questione di ignoranza costruttiva:
- Loro devono fare un percorso formativo
- Io non so quello che loro scopriranno
E termina con la domanda di Gregory Bateson che riassume tutto:
Un bambino chiede al padre: “Papà, tu sai più cose di me?”
“Sì, ne so di più, perché ho vissuto più tempo di te e questo mi da un vantaggio sulle cose che so rispetto a te” risponde il padre.
“Ma papà, chi ha inventato la macchina a vapore?”
“James Watt,” risponde il padre.
“Ma papà, se i papà sanno più dei figli, perché non l’ha inventata il papà di James Watt?”
Se sapete rispondere a questa domanda, avete capito cos’è la Paideia.
La risposta è nella neotenia: ogni generazione nasce in un ambiente leggermente diverso, con un cervello plastico che può scoprire cose che la generazione precedente non poteva nemmeno immaginare.
Il compito dell’educatore non è trasmettere certezze, ma creare le condizioni per scoperte imprevedibili.
Conclusioni: L’Educazione come Responsabilità Evolutiva
Dalla Comprensione all’Azione Territoriale
La conferenza di Pievani ci lascia con una consapevolezza rivoluzionaria:
L’educazione non è solo una professione. È la continuazione di un esperimento evolutivo di 2 milioni di anni.
Ogni volta che un educatore del Canton Ticino sceglie la didattica lenta invece della velocizzazione forzata, sta proteggendo meccanismi evolutivi fondamentali.
Ogni volta che valorizza il gioco, la curiosità, la cooperazione, sta supportando adattamenti che hanno reso possibile la civiltà umana.
E ogni volta che resiste alla pressione di accelerare processi che richiedono tempo biologico, sta difendendo il futuro evolutivo della nostra specie.
L’educazione lenta non è una scelta pedagogica. È una responsabilità etica.
Perché come ricorda Pievani, citando un politico britannico:
“Se continuate a pensare che la scienza e l’educazione siano costose, provate con l’ignoranza e vedrete quanto vi costa quella.”
In un’epoca in cui il 30% della popolazione italiana è analfabeta funzionale, proteggere i meccanismi evolutivi dell’apprendimento non è più un lusso educativo.
È una questione di sopravvivenza democratica. è una questione di sopravvivenza del concetto di “umanità”.
NOTA METODOLOGICA: Questo articolo è basato sulla trascrizione integrale della conferenza di Telmo Pievani “Imparo, dunque evolvo” al Festival di Filosofia 2025. Le citazioni sono fedeli al testo originale, mentre l’interpretazione educativa è nostra elaborazione del framework neotenia-narrativa per il contesto territoriale ticinese.
RIFERIMENTI SCIENTIFICI:
- Gould, S.J. (1977). Ontogeny and Phylogeny
- Pievani, T. (2025). Conferenza “Imparo, dunque evolvo”, Festival della Filosofia
- Levi, P. (1962). “Angelica Farfalla” in Storie Naturali
- Bateson, G. Metaloghi – Dialoghi padre-figlio sull’educazione